Mentre continua l’assurdo dibattito sulla carne coltivata, con 47 voti favorevoli, 31 contrari e 4 astensioni, le stesse forze politiche che si oppongono alla “Carne finta” in Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo (Envi) hanno reso più agevole la procedura per alcune piante Nuovi OGM (NGT), mentre quelle non ritenute non equivalenti a quelle convenzionali devono seguire regole più severe.
La maggioranza degli eurodeputati si è detta d’accordo con la proposta di avere due diverse categorie e due serie di regole per le piante NGT considerate equivalenti a quelle convenzionali (NGT 1) che sarebbero esentati dai requisiti della legislazione sugli OGM, mentre per gli NGT 2 questa la legislazione adatta il quadro degli OGM a quegli impianti NGT.
Inoltre, i deputati europei concordano sul fatto che «tutte le piante NGT dovrebbero rimanere vietate nella produzione biologica poiché la loro compatibilità richiede un’ulteriore considerazione».
Gli NGT sono una varietà di tecniche che alterano il materiale genetico di un organismo.
Attualmente tutte le piante ottenute tramite NGT sono soggette alle stesse regole degli OGM , che sono tra le più severe al mondo.
La Commissione Envi è convinta che «gli NGT potrebbero contribuire a rendere il nostro sistema alimentare più sostenibile e resiliente sviluppando varietà vegetali migliorate che siano resilienti al clima, resistenti ai parassiti, diano rese più elevate o che richiedano meno fertilizzanti e pesticidi».
Diversi prodotti NGT sono già o stanno per diventare disponibili sul mercato al di fuori dell’UE (ad esempio le banane nelle Filippine che non scuriscono, con il potenziale di ridurre gli sprechi alimentari e le emissioni di CO2).
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha valutato i potenziali problemi di sicurezza dei NGT.
Ma la Bundesamt für Naturschutz (BfN – l’Agenzia federale tedesca per la conservazione della natura) ha avvertito che i nuovi OGM hanno un potenziale di rischio paragonabile, se non maggiore, rispetto a quello delle piante prodotte con l’ingegneria genetica di prima generazione.
Più recentemente, Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (ANSES) francese ha affermato che le tecniche di editing genetico «possono indurre cambiamenti nelle funzioni biologiche delle piante ignorati dalla proposta di categoria 1 della Commissione», e che «non si possono escludere rischi per la salute e l’ambiente».
E greenpeace fa notare che «l’esempio degli Stati Uniti dimostra infine che, dopo un decennio di deregolamentazione, i nuovi OGM introdotti sul mercato non hanno mantenuto le promesse di sostenibilità».
Ma secondo Friends of the Earth Europe, «l’esito del voto dimostra il disprezzo dei parlamentari conservatori e della maggior parte dei liberali europei per il diritto dei consumatori e degli agricoltori a sapere cosa mangiano e cosa coltivano nei loro campi.
Lancia inoltre l’allarme sull’indebita influenza del grande business agroalimentare come la Bayer, che spende 6 milioni di euro all’anno in attività di lobbying , cercando di espandere il proprio controllo sul settore alimentare».
Per le piante NGT 1, la commissione Envi ha modificato le norme proposte sulla dimensione e sul numero di modifiche necessarie affinché una pianta NGT sia considerato equivalente alle piante convenzionali.
Gli eurodeputati vogliono anche che le sementi NGT siano etichettate e che venga creato un elenco pubblico online di tutte le piante NGT 1.
Anche se non ci sarebbe un’etichettatura obbligatoria a livello dei consumatori per le piante NGT 1, i deputati europei vogliono che, 7 anni dopo l’entrata in vigore della legge, la Commissione Ue riferisca su come si sta evolvendo la percezione dei consumatori e dei produttori delle nuove tecniche.
Per quanto riguarda le piante NGT 2, l’Envi ha votato per mantenere i requisiti della legislazione sugli OGM, compresa l’etichettatura obbligatoria dei prodotti.
Per incentivarne l’adozione, i deputati concordano anche su una procedura accelerata per la valutazione dei rischi, tenendo conto del loro potenziale di contributo a un sistema agroalimentare più sostenibile, ma sottolineano che il cosiddetto principio di precauzione deve essere rispettato.
Gli eurodeputati hanno modificato la proposta per introdurre «un divieto totale di brevetti per tutte le piante NGT, materiale vegetale, parti di esse, informazioni genetiche e caratteristiche di processo che contengono, per evitare incertezze giuridiche, aumento dei costi e nuova dipendenza per agricoltori e allevatori» e chiedono inoltre «una relazione entro giugno 2025 sull’impatto dei brevetti sull’accesso degli allevatori e degli agricoltori a vari materiali riproduttivi vegetali, nonché una proposta legislativa per aggiornare di conseguenza le norme dell’UE sui diritti di proprietà intellettuale».
Il Parlamento europeo dovrebbe adottare il suo mandato durante la sessione plenaria del 5 – 8 febbraio poi sarà pronto ad avviare i negoziati con gli Stati membri dell’UE.
La relatrice, la democristiana svedese Jessica Polfjärd do Moderaterna, ha detto che «questa proposta è fondamentale per rafforzare la sicurezza alimentare europea in modo sostenibile.
Finalmente abbiamo la possibilità di attuare norme che abbracciano l’innovazione e non vedo l’ora di concludere i negoziati in Parlamento e con il Consiglio il prima possibile».
Un entusiasmo che non è condiviso per niente dall’analisi “The Commission proposal on the deregulation of “new GMO” plants: an attack on EU law, consumers and farmers’ rights, and on Member States’ right to regulate GMO cultivation” pubblicata da Greenpeace European Unit, secondo la quale «la proposta della Commissione europea di deregolamentare i nuovi OGM e gli emendamenti votati dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo rischiano di violare i diritti degli agricoltori e dei consumatori».
L’organizzazione ambientalista avverte che «se fossero adottate, infatti, le nuove normative potrebbero violare le norme costituzionali dell’Ue, tra cui diversi articoli del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, eliminando o indebolendo la valutazione dei rischi, l’etichettatura e la tracciabilità.
A rischio di violazione sarebbero, inoltre, i diritti fondamentali degli agricoltori alla proprietà e alla libertà d’impresa, poiché le nuove normative non offrono una protezione sufficiente contro la contaminazione delle colture con nuovi OGM, ottenuti attraverso le cosiddette nuove tecniche genomiche (NGT)».
Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace Italia, aggiunge che «decenni di progressi nell’Unione Europea in materia di diritti degli agricoltori e di protezione della salute delle persone e dell’ambiente non possono e non devono essere cancellati in nome dei profitti dell’industria biotecnologica.
Le misure di sicurezza finora adottate non hanno ostacolato l’innovazione, e il diritto dell’Ue non proibisce la ricerca e lo sviluppo, ma garantisce che quanto di nuovo viene sviluppato non violi i diritti dei cittadini europei alla salute e alla protezione dell’ambiente».
Mute Schimpf, food campaigner di Friends of the Earth Europe, conclude: «Il risultato del voto è uno schiaffo in faccia agli agricoltori e ai consumatori.
La posizione della commissione per l’ambiente ignora sconsideratamente i diritti fondamentali dei cittadini e i principi di protezione della natura per piegarsi alle lobby dell’industria, ma c’è ancora tempo per agire.
Esortiamo tutti i parlamentari europei a mettere l’ultimo chiodo sulla bara di questa assurda proposta di deregolamentazione nel voto della plenaria».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 25 gennaio 2024 sul sito online “greenreport.it”)