I laboratori della Fondazione Edmund Mach hanno comunicato al Dipartimento protezione civile e foreste ed al Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento (PAT) l’esito delle analisi condotte sui resti di un orso rinvenuti nell’autunno scorso nei pressi di Bresimo.
La PAT dice che «si tratta di MJ5, l’esemplare che nella primavera del 2023 aveva aggredito un uomo in Val di Rabbi.
Si rimane ora in attesa del responso dell’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie per conoscere le cause del decesso».
Organizzazione internazionale protezione animali (OIPA) commenta: «Quel che temevamo ora è certificato dall’analisi del DNA» e parla di «cronaca di una morte annunciata».
L’Oipa ricorda che «MJ5, 18 anni, pur non rientrando nella lista degli orsi aggressivi, era stato condannato a morte dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, con un’ordinanza subito impugnata dall’Oipa e da altre associazioni e quindi sospesa.
All’indomani di quello che aveva tutti i connotati di un cosiddetto “falso attacco”, Fugatti, contestualmente aveva annunciato di aver chiesto un parere all’Ispra ma, a seguito della richiesta di accesso agli atti dell’Oipa, l’Istituto informò che non era stata ricevuta alcuna richiesta di parere».
Ora l’Oipa denuncia che «l’identificazione di MJ5 è un’altra puntata della caccia alle streghe che anche alcune dichiarazioni di esponenti politici hanno alimentato.
E’ di mercoledì 10 maggio, per esempio, una dichiarazione preoccupante del consigliere trentino Ivano Job che, durante la discussione sulle risoluzioni collegate alla comunicazione sulla gestione degli orsi del presidente della Fugatti, ha affermato che “se non ci sarà una risposta di buon senso, ponendo prima le persone e poi gli animali, i trentini non subiranno ancora”.
MJ5 era un orso elusivo e il comportamento assunto in Val di Rabbi è stata una normale reazione conseguente alla minaccia percepita.
La comparsa improvvisa da un punto cieco, di un cane e di una persona che si è data alla fuga precipitosa hanno creato un mix esplosivo per l’orso, sorpreso nel suo ambiente, senza vie di fuga.
Quindi l’animale ha messo in atto i comportamenti tipici della specie.
Non è neppure per ora assodato che le ferite riportate dalla persona coinvolta siano attribuibili all’orso.
In ogni caso, un “falso attacco” giustificherebbe tutt’al più un’azione di controllo “non energica”: caso simile, dunque, a quello dell’orsa JJ4 per la quale l’Ispra aveva in passato escluso l’abbattimento».
Gli attivisti della campagna StopCasteller sottolineano che «dopo Fiona-F36 e Amir-M62, Johnny-MJ5 è il terzo orso su cui pendeva un ordine di cattura firmato Fugatti trovato morto.
A questo punto è evidente che non si può più parlare di coincidenze.
Com’è possibile che negli ultimi mesi, ogni volta che un orso finisce sulla lista nera della Provincia autonoma di Trento, la morta violenta sopraggiunge, sistematicamente, prima che la forestale riesca a individuarlo? Sono fatti gravissimi e inquietanti».
Gli animalisti ricordano i due casi precedenti di Fiona-F36, il cui corpo è stato ritrovato in Val Bondone è di fine settembre 2023.
Sull’orsa pendeva un’ordinanza di cattura che aveva sostituito quella di abbattimento a seguito del ricorso al Consiglio di Stato da parte delle associazioni animaliste.
Dagli atti della Forestale risulta che l’orsa era stata disturbata dai due cacciatori che il 30 luglio l’avevano sorpresa in una zona risultata essere la sua tana e del suo cucciolo, di cui non si è più avuto alcuna notizia.
Il corpo di Amir-M62 è stato trovato ad aprile 2023 in stato di decomposizione in una zona impervia tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino.
Su di lui pendeva un’ordinanza di cattura della PAT perché etichettato come problematico e confidente per via di alcune predazioni e per l’abitudine di rifornirsi di rifiuti urbani dai cassonetti della zona. Non aveva mai avuto un incidente con un essere umano.
Per questo Campagna StopCasteller, Assemblea Antispecista e Scobi il 3 febbraio scenderanno di nuovo in piazza a Trento per una manifestazione nazionale, «per protestare contro queste uccisioni e per opporci alle politiche della Provincia che, a fronte di un bracconaggio diffuso e non paga della strage di animali protetti in corso, sta vararando una legge ammazza-orsi per sterminarli completamente.
Dopo le scioccanti rivelazioni del programma Mi Manda Rai Tre, secondo le quali tre dei sette orsi trovati morti nel 2023 sarebbero stati avvelenati, abbiamo chiesto chiarezza, ma la Provincia si trincera dietro l’Istituto zooprofilattico delle Venezie che ancora non avrebbe comunicato gli esiti delle analisi sui plantigradi, confermando una inaccettabile opacità dell’operato istituzionale».
StopCasteller, Assemblea Antispecista e Scobi hanno preso decisamente di mira la giunta trentina e gli orsi – che magari hanno funzionato per prenndere voti nelle recenti elezioni provinciali – sono diventati la spina nelk fianco del presidente leghista Fugatti, e gli animalisti attaccano ancora: ««Allevatori e cacciatori continuano impuniti a premere il grilletto e ad avvelenare gli orsi e a queste morti la PAT vorrebbe aggiungere l’uccisione legalizzata di ben 24 orsi in tre anni tramite un Ddl di prossima approvazione: “otto orsi confidenti all’anno da abbattere si trovano”, ha dichiarato in modo molto allusivo Simone Marchiori, assessore della giunta Fugatti.
Un atteggiamento ideologico e ascientifico che porterà in poco tempo a una nuova estinzione degli orsi in Trentino.
Va ricordato, infatti, che essendo gli orsi del Trentino tutti imparentati, il rischio di impoverimento genetico diventa una certezza, portando al calo delle nascite ed al rischio di estinzione.
E’ chiaro che la convivenza con questi animali in Trentino deve cambiare: informazione e prevenzione la renderebbero possibile.
La strage che il governo vuole fare la renderà semplicemente inattuabile perché non ci sarà più nessun orso con cui convivere».
StopCasteller, Assemblea Antispecista e Scobi promettono che «il 3 febbraio non scorderemo di denunciare anche la vigliacca e crudele condanna alla cattività a vita inflitta dalla Provincia di Trento all’orsetto Nino-M89.
Un orso che poteva essere libero vive oggi detenuto in un parco zoo a Spormaggiore, destinato a diventarne l’attrazione di punta della prossima primavera».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 15 gennaio 2024 sul sito online “greenreport.it”)