Intervenendo all’Europarlamento per illustrare le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha ricordato che «durante la riunione del Consiglio europeo, gli agricoltori sono scesi nelle strade di tutta Europa.
Molti di loro si sentono messi alle strette.
Gli agricoltori sono i primi a sentire gli effetti del cambiamento climatico.
Siccità e inondazioni distruggono i loro raccolti e minacciano il loro bestiame.
Sentono le ripercussioni della guerra russa.
Inflazione, aumento dei costi dell’energia e dei fertilizzanti.
Nonostante ciò, lavorano duramente ogni giorno per produrre il cibo di qualità che mangiamo.
Per questo meritano tutto il nostro riconoscimento, ringraziamento e rispetto.
E’ vero.
I problemi si sono accumulati negli ultimi anni.
I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati.
So che sono preoccupati per il futuro del settore agricolo e per il loro futuro come agricoltori.
Ma sanno anche che l’agricoltura deve muoversi verso un modello di produzione più sostenibile, affinché le loro aziende agricole rimangano redditizie negli anni a venire.
E vogliamo garantire che gli agricoltori rimangano al posto di guida durante questo processo.
Per questo motivo abbiamo avviato il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’Unione europea.
Abbiamo invitato rappresentanti del settore agricolo, delle comunità rurali, dell’industria delle sementi e dei fertilizzanti, del settore agroalimentare, ma anche del settore finanziario, delle associazioni dei consumatori e della difesa dell’ambiente e del mondo scientifico.
Dobbiamo analizzare insieme la situazione, condividere idee ed elaborare scenari per il futuro.
Dobbiamo andare oltre il dibattito polarizzato e creare fiducia.
La fiducia è una base essenziale per soluzioni realizzabili».
Pensando probabilmente più alle elezioni europee e al suo possibile futuro di presidente della Commissione Ue con una maggioranza diversa e spostata a destra, la von der Leyer ha detto che «la posta in gioco per tutti noi è alta.
Il nostro settore agroalimentare europeo non è secondo a nessuno.
La diversità delle nostre culture e tradizioni si riflette sugli scaffali dei nostri supermercati.
L’Europa ha i prodotti alimentari più sani e di altissima qualità al mondo.
Grazie ai nostri agricoltori.
Svolgono un ruolo centrale in questo sistema e, naturalmente, meritano un salario giusto per questo.
E’ vero che il nostro sostegno a questo settore è massiccio.
La nostra politica agricola comune è sostenuta dal bilancio dell’Unione.
Il denaro è importante, ma non è tutto.
Anche risorse naturali sane sono essenziali per mantenere buoni rendimenti.
In particolare, i terreni fertili rappresentano da sempre la migliore garanzia per gli agricoltori di vivere del proprio lavoro.
Ma oggi, dal 60% al 70% dei suoli in Europa sono in cattive condizioni.
Possiamo invertire questa tendenza.
Ed è proprio quello che fanno molti agricoltori.
Ma dobbiamo fare ancora di più.
Per una protezione efficace della natura, gli incentivi all’intervento devono essere generosi.
Gli agricoltori hanno bisogno di ragioni economiche per adottare misure di protezione della natura – forse non abbiamo presentato loro queste ragioni in modo convincente.
Sono necessari incentivi reali che non si limitino a compensare la perdita di rendimento.
Questi incentivi possono essere forniti da sussidi pubblici e marchi di qualità, ad esempio in collaborazione con distributori e aziende di trasformazione.
La protezione della natura può avere successo solo con un approccio dal basso verso l’alto e basato sugli incentivi.
Perché solo se i nostri agricoltori riescono a vivere della loro terra potranno investire nel futuro.
E solo se raggiungiamo insieme i nostri obiettivi climatici e ambientali, potranno continuare a guadagnarsi da vivere.
I nostri agricoltori lo sanno bene.
Dovremmo fidarci di più di loro».
Dopo questa sviolinata agli agricoltori arrabbiati che sembrava però confermare l’impegno per un’agricoltura attenta all’ambiente, con un salto logico-politico la presidente della Commissione Ue si è diretta da tutt’altra parte facendo un esempio un esempio che cozza con la sostenibilità e la coerenza: «La Commissione ha proposto il regolamento SUR, con il lodevole obiettivo di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari.
Ma la proposta SUR è diventata un simbolo di polarizzazione.
E’ stata respinta dal Parlamento europeo.
Non si registrano ulteriori progressi nemmeno in seno al Consiglio.
Per questo motivo proporrò al Collegio di ritirare questa proposta.
Ma ovviamente il tema resta attuale e per andare avanti sono necessari più dialogo e un approccio diverso.
Su questa base la Commissione potrebbe presentare una nuova proposta molto più matura, con la partecipazione delle parti interessate».
La marcia indietro della von der Leyen ha però il merito di svelare che le proteste degli agricoltori non sono solo per un’agricoltura che si batte contro la concorrenza sleale dell’importazione di prodotti extraeuropei coltivati con mezzi proibiti nell’Ue (contro «l’Ue vuole farci mangiare la farina di grilli e la carne finta», come scrivono in molti sui social network e nei cartelli inalberati sui trattori), ma hanno poco a che fare con l’agricoltura che difende la salute e le produzioni tipiche.
Molte delle richieste – a partire dai pesticidi – usati e abusati in Italia – puntano a mantenere un modello di sviluppo agricolo tossico che ha prodotto quell’avvelenamento e quel degrado che la von der Leyen ricorda ma non ha il coraggio di affrontare politicamente, arrivando al contorcimento politico di far sembrare un passo avanti un balzo indietro.
La von der Leyer però ne è consapevole e ha concluso con una perorazione politica che ha il gusto di una sconfitta che sa di nuova candidatura: «I prossimi mesi non saranno facili.
Ma penso che oggi abbiamo una grande opportunità.
Tutti i presenti in questa assemblea comprendono che il nostro settore agroalimentare – a cominciare dalle aziende agricole – ha bisogno di prospettive a lungo termine e della disponibilità ad ascoltarsi a vicenda e a cercare soluzioni comuni.
Dobbiamo evitare di incolparci a vicenda e cercare insieme soluzioni ai problemi.
La relazione che sarà presentata entro la fine dell’estate sarà di notevole importanza.
I risultati e le raccomandazioni di questo dialogo saranno discussi in Parlamento, così come con gli Stati membri, e costituiranno la base della nostra futura politica agricola».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 6 febbraio 2024 sul sito online “greenreport.it”)