L’associazione Sherwood fa anche presente che nelle vicinanze è abbandonato a terra il cippo marmoreo stradale messo lì in occasione dei lavori effettuati sul ponte nel 1930 per segnalare il confine tra le strade Statali e quelle dell’Urbe
Un cavo con dentro dei fili per l’elettricità inchiodato ai resti di un antico ponte romano tutelato dalla Soprintendenza.
Siamo sotto Ponte Salario sopra il quale corrono le macchine che arrivano a Roma dalla consolare.
Ed ecco il cavo fissato ai grandi blocchi squadrati in tufo e travertino, attribuiti alla primitiva costruzione di epoca romana tra la fine del II sec. a.C. e la prima metà del I sec. a.C.
“Ricevuta una segnalazione da Retake Sacco Pastore” racconta Lorenzo Grassi, portavoce dell’associazione ambientalista Sherwood “ci siamo recati sul posto e abbiamo constatato che nel passaggio sottostante il ponte è stato posizionato un tubo corrugato con all’interno un cavo elettrico sostenuto da tasselli infissi direttamente sui paramenti in pietra antica“.
Il cavo prende il via da sotto la spalletta sul lato della strada davanti al centro commerciale Salario Center, scende lungo la scarpata del fiume Aniene e poi entra nell’arcata del fornice laterale antico di Ponte Salario fino a sbucare dalla parte opposta; qui risale la scarpata, fino a quando dal tubo fuoriesce un cavo elettrico di colore verde.
“E ora” aggiunge Grassi “si chiede alla Soprintendente Daniela Porro, ai vigili e ai carabinieri se il lavoro di installazione del cavo, il cui tracciato sembra aver recato un possibile danno alle parti archeologiche di Ponte Salario, abbia ottenuto le necessarie autorizzazioni di rito e abbia rispettato le normative di sicurezza previste per i collegamenti elettrici.
Ma anche se possa alimentare l’energia necessaria a cartelloni pubblicitari video già installati o da installare“.
Non solo.
L’associazione Sherwood fa anche presente che nelle vicinanze giace abbandonato in terra il cippo marmoreo stradale (con la scritta “Via Salaria” e il fascio littorio) messo lì in occasione dei lavori effettuati sul ponte nel 1930 per segnalare il confine tra le strade Statali e quelle dell’Urbe.
Con il rischio che il cippo possa essere danneggiato o persino rubato.
(Articolo di Paolo Boccacci, pubblicato con questo titolo il 17 dicembre 2023 sul sito online del quotidiano “La Repubblica”)
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