La storia parte da lontano: siamo nei primi mesi del 2017, la città di Nettuno è guidata dall’amministrazione del Movimento 5 Stelle che decide – probabilmente per fare cassa – di pubblicare un bando relativo al progetto di installare dei banner pubblicitari sui pali della luce della città.
Parliamo di circa 600 lampioni, praticamente un’invasione pubblicitaria.
La selezione pubblica procede e risulta vittoriosa la società Next della vicina Anzio, che vorrebbe quindi giustamente procedere per quanto previsto dal bando pubblico a cui ha partecipato.
Qualcosa però nelle procedure si blocca: a novembre arrivano i pareri negativi dell’Ufficio Tecnico e della Polizia Locale che fermano tutto.
Dagli uffici ci si sposta quindi nella aule dei tribunali, visto che la società vincitrice si è rivolta alla giustizia in quanto si è vista negare l’autorizzazione a procedere per quanto previsto dal bando pubblico proprio dalla stessa amministrazione che quel bando l’aveva pubblicato.
Un totale controsenso.
Si arriva quindi alla primavera del 2018, quando il Tar dà ragione alla Next, sostanzialmente in quanto il progetto presentato all’amministrazione – e da questa stessa scelto, oltretutto – corrispondeva a quanto previsto dal bando: la società ha il diritto di procedere e quindi di vendere le pubblicità da affiggere sui lampioni cittadini.
Questa volta è l’amministrazione a fare ricorso al Consiglio di Stato, ma a gennaio 2019 la giustizia dà nuovamente ragione alla Next.
Si è aperta quindi una nuova fase nella battaglia legale, con il Comune che nomina un nuovo legale per far valere le proprie ragioni mentre nel frattempo dal ministero degli Interni era stato anche nominato un commissario ad acta per seguire meglio la questione.
Si arriva quindi ai giorni nostri, dopo la nomina nel frattempo anche di un nuovo commissario ad acta dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, con quella che pare proprio essere la parola definitiva della giustizia: la Next ha il diritto di procedere secondo quanto previsto dal bando pubblico.
“Personalmente sono contrario a quanto era stato deciso da quel bando pubblico, ma c’è una sentenza definitiva e non possiamo fare altro che rispettarla – ha commentato il commissario prefettizio alla guida dell’amministrazione nettunese Antonio Reppucci – cercheremo di trovare un accordo con la ditta vincitrice per vedere se c’è la possibilità di ridurre al minimo l’impatto che tutte queste affissioni possono avere sulla città.
Riempirla di manifesti in questo modo non credo sia la cosa migliore: le entrate previste da questo tipo di affissioni sono irrisorie soprattutto se confrontate con il possibile danno d’immagine che può avere una città a vocazione turistica come Nettuno”.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 16 febbraio 2024 sul sito online del quotidiano di Nettuno “il Granchio”)
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N.B. – L’articolo non fa opera di corretta informazione, dal momento che non fa sapere che il vigente Regolamento di pubblicità vieta l’installazione fissa sui pali dell’illuminazione pubblica di stendardi e che nell’ignoranza di tale divieto il Comune ha indetto il cosiddetto “bando dei gonfaloni” poi vinto dalla “Next”.
Con sentenza n. 4796 del 6 marzo 2018 la Seconda Sezione Bis del TAR del Lazio ha accolto il ricorso rilevando che il Comune di Nettuno non aveva ritenuto «in alcun modo di dover previamente agire in autotutela sulla gara espletata» ed ha conseguentemente annullato «il provvedimento impugnato, mandando all’Amministrazione Comunale di riesaminare l’istanza della ricorrente secondo i principi suindicati.»
Tenendo conto dei 2 pareri negativi espressi dall’allora Comandante di Polizia Locale dott. Antonio Arancio e del parere negativo del funzionario dott. Benedetto Sajeva, il “riesame” avrebbe dovuto comportare l’annullamento sia della deliberazione di Giunta n. 40/2017 che il conseguente bando di gara.
Il Comune di Nettuno non ha invece ottemperato alla suddetta sentenza, benché confermata e passata in giudicato dopo la pronuncia del Consiglio di Stato, costringendo la “Next” a ricorrere ripetutamente alla Seconda Sezione Bis del TAR del Lazio, che dopo 4 ordinanze e 4 sentenze è arrivata a scavalcare il Comune nominando 2 commissari ad acta nella persona del Direttore della Direzione Infrastrutture e Mobilità della Regione Lazio.
Con Ordinanza n. 19234 del 19 dicembre 2023 il TAR ha disposto la sostituzione del 2° Commissario ad acta con il Capo del Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, dott. Claudio Palomba.
L’Ordinanza precisa che, ai fini dell’esecuzione di ottemperanza alla sentenza n. 4796/2018, fra i provvedimenti che il Commissario ad acta può assumere c’é anche quello in autotutela di «ANNULLAMENTO O REVOCA, con le necessarie garanzie di partecipazione al procedimento e correlative misure indennitarie o risarcitorie».
L’Ordinanza autorizza anche il Commissario Straordinario del Comune di Nettuno Dott. Antonio Reppucci ad annullare il “bando dei gonfaloni” nelle veci della Giunta Comunale.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi