foto da pagina facebook associazione “sotto al mare”
Dieci anni, tanto è durato il regno di Maurizio Gubbiotti – storico esponente dell’ambientalismo italiano e tra i fondatori di Legambiente – a RomaNatura, ente pubblico italiano preposto alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico presente nel territorio comunale di Roma.
E non solo.
Sedicimila ettari terrestri – più le secche di Tor Paterno – di cui circa la metà rientranti in proprietà private, per lo più aziende agricole.
Dieci anni, un soffio.
Prima da commissario, poi da presidente dell’ente con sede a Villa Mazzanti, nel cuore del Parco urbano di Monte Mario, a due passi dal centro di Roma.
Dieci anni e sembra ieri…
Dieci anni molto intensi.
Un doppio mandato e non era mai successo.
Però devo dire che il tempo è volato.
Appunto, un soffio.
Che somiglia ad una traversata più che ad una passeggiata.
Le sfide che abbiamo raccolto – racconta Gubbiotti – sono state tante.
Molte nate dalle emergenze.
Altrettante volute da noi per mettere il sistema dei parchi nelle condizioni di affrontare il futuro e di attrezzarsi per le tante crisi che l’ambiente ci impone.
Cos’è cambiato rispetto a dieci anni fa?
Dal punto di vista amministrativo e della funzionalità, l’ente dieci anni fa era in una condizione molto critica, appesantita dalle modalità burocratiche che soffocavano spirito e vocazione dei parchi.
C’era un totale distacco tra parchi, territorio, comunità e residenti.
Questi erano vissuti con fastidio dalla struttura dell’ente; un’inutile appendice.
Quello che mi sono imposto di fare e’ stato riportare i parchi nella loro sede naturale, il territorio, la comunità, le associazioni.
Il mio vero orgoglio è questo: essere riuscito a rendere protagonista il parco nel territorio, come è testimoniato dalla partecipazione delle realtà imprenditoriali dentro i parchi, dal numero delle convenzioni locali che abbiamo stipulato; dai volontari che abbiamo mobilitato e dal numero dei fruitori.
Il sistema dei parchi urbani ed extraurbani di Roma è tra i più estesi al mondo.
Cosa resta ancora da fare?
Bisogna che la politica prenda davvero sul serio la gestione dei parchi urbani e periurbani come volano per venire a capo del nodo del cambiamento climatico; per rendere le città davvero più resilienti, capaci di rispondere con efficacia anche attraverso la mitigazione dell’impatto delle emissioni, alle nuove sfide che il pianeta sta e deve affrontare.
I parchi sono i luoghi e gli spazi dove questa battaglia per la terra può essere vinta.
A cominciare dalle iniziative per conservare e valorizzare la biodiversità.
Ma siamo purtroppo ancora molto distanti.
Dal cambiamento climatico al pane di RomaNatura, Gubbiotti rivendica con fierezza i piccoli e grandi traguardi raggiunti in questi dieci anni…
Il nostro pane non è una favola, o uno spot; è la rivendicazione di un modo di fare agricoltura che innova e insieme recupera il passato, le antiche tecniche.
Questo lo facciamo nel comune agricolo più grande d’Europa.
Il tutto sperimentando anche risparmio idrico ed energetico.
La sostenibilità è anche questo.
Come e’ cambiata la fruizione dei parchi in questi dieci anni?
Non abbiamo numeri certi perché in città con punti d’accesso molteplici, è complicato registrare le visite.
Tuttavia la pressione è diventata altissima.
Quello che va migliorato è il sistema di accoglienza del visitatore, compresa la cartellonistica che spesso lascia a desiderare.
Ma su questo tema insiste il nodo della doppia titolarità: RomaNatura e i proprietari privati dei fondi che rientrano nel parco.
Non è mai molto chiaro a chi spetta fare cosa, compresa l’accoglienza dei visitatori che i privati non sempre gradiscono.
Monte Mario e Insugherata, due polmoni verdi di Roma Nord.
In che condizioni li lascia?
In buone condizioni dal punto di vista naturalistico e delle iniziative promosse da RomaNatura all’interno dei parchi.
Siamo riusciti ad ottenere una variante dei parchi della via Francigena che entra a Roma, tanto che oggi al 1081 di via Cassia è possibile entrare con la Francigena all’interno della riserva dell’Insugherata per percorrerla ed entrare dentro la riserva di Monte Mario ed arrivare a San Pietro.
Due sono le criticità più forti: la manutenzione difficile e complicata dalla grande estensione di entrambe le riserve con vaste aree boscate.
L’altra riguarda la presenza dei cinghiali.
La vastità degli spazi verdi, incontaminati fin dentro gli spazi urbani più consolidati e la presenza di molteplici corridoi ecologici – in se un fatto molto positivo – rendono la città aggredibile da parte della fauna selvatica.
Al momento quella con i cinghiali non è una battaglia vinta?
Assolutamente no.
Il corridoio ecologico del parco di Veio porta in città gli ungulati che vengono dalle zone boschive più marginali e lontane.
I ritardi accumulati sono troppo forti.
Mentre eravamo ancora alle prese con i tentativi di contenimento della specie – che per forza di cose prevedono l’abbattimento – siamo stati travolti dalla peste suina.
Tuttora in circolazione: abbiamo appena ritrovato all’Insugherata l’ennesima carcassa di cinghiale”.
Fin qui l’intervista a Maurizio Gubbiotti.
Intanto in questi giorni e fino alle ultime ore, il nuovo governo regionale starebbe definendo il quadro dei nomi indicati come commissari degli Enti Parco.
Al posto di Gubbiotti è stato designato Marco Visconti, ex assessore all’Ambiente nella giunta Alemanno bis del 2011.
E Legambiente lancia un appello: non disperdere le migliori esperienze e iniziare subito l’iter per generare una governance corretta, con Presidenti, Direttivi e Comunità dei Parchi.
“Oggi più che mai – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – sosteniamo la necessità di un rafforzamento del nostro mondo dei Parchi e ci rivolgiamo alla Regione, in primo luogo per chiedere di non disperdere le migliori delle esperienze costruite in questo decennio, fatte di persone e competenze grazie alle quali si è generata una grande sinergia tra amministrazioni, territori, associazionismo, enti parco, cura e salvaguardia delle risorse naturali; e poi perché non nasca una fase commissariale ma si avvii subito ogni iter necessario a gestire nella maniera corretta gli enti parco, con Presidenti, Consigli Direttivi e Comunità dei Parchi, dove sia rappresentato l’ambientalismo nella maniera migliore, per tutto ciò che di positivo rappresenta, il suo portato culturale e di grandi competenze per le Aree Protette Regionali del Lazio”.
(Intervista di Rossana Livolsi, pubblicata con questo titolo il 12 giugno 2023 sul sito online “Roma Today”)