
Il Ginkgo biloba del Pincio. Foto dal Registro degli alberi
La folta chioma dorata del Gingko biloba di villa Borghese resta negli scatti fotografici e negli occhi di chi l’ha ammirata.
L’albero, situato nella zona del parco che va verso il Pincio, è stato abbattuto.
Le condizioni dell’albero
Il taglio della pianta, di 105 anni d’età, è avvenuto nell’incredulità generale.
Perché nel “registro degli alberi”, l’associazione che raccoglie informazioni sugli alberi secolari più grandi d’Italia, era stato classificato in una condizione “sufficiente”.
Quindi “non smagliante, ma neppure sofferente” hanno fatto notare gli amici di Villa Borghese.
Alto 20 metri e con una circonferenza del tronco era considerato giovane, rispetto alla longevità della specie, simbolo del Sol Levante e particolarmente resistente ai cambiamenti climatici.
“Non sapremo mai il vero motivo dell’abbattimento: né chiederemo l’accesso agli atti: è inutile, ora che il Gingko non c’è più” hanno protestato gli amici di villa Borghese.
“La saga degli abbattimenti a Villa Borghese è vecchia di 8 anni.
Mille volte abbiamo chiesto di conoscere in anticipo l’elenco degli alberi condannati, per poter effettuare delle controperizie, e possibilmente risparmiarli” ma non c’è “nessuna trasparenza nel rapporto con i cittadini” hanno lamentato gli attivisti della pagina dedicata alla villa storica del Pinciano.
La spiegazione del Campidoglio
L’assessorato all’ambiente di Roma Capitale, interpellato da Romatoday, ha fatto sapere che “la relazione agronomica redatta il 29 luglio scorso sul Ginko biloba gli attribuisce la classe D di massima propensione al cedimento e ne consiglia l’abbattimento entro 90 giorni.
Nella relazione si legge: ‘La pianta è in deperimento vegetativo non recuperabile.
Pianta compromessa con cima completamente secca fino ai palchi a 6 metri e principio di disseccamenti anche su palchi bassi con vegetazione.
L’eliminazione dell’apice con mantenimento dei palchi laterali lascerebbe la pianta con una chioma molto aperta e con elevato rischio di cedimento’ “. Queste sono le motivazioni che hanno portato al recente abbattimento.
Un curatore o una fondazione per Villa Borghese
“Con l’abbattimento del Gingko Biloba – e quello degli antichi Lecci e del Pino fra i più importanti di Roma, il Pincio è stato sfigurato” hanno concluso gli amici di Villa Borghese che, nel dichiararsi “inermi” hanno proposto l’istituzione di “un curatore, come avviene nei parchi storici d’Europa, che unifichi le varie competenze, e sia affiancato da un chiaro esperto del verde”.
Una proposta non troppo distante da quella avanzata, nel 2023, da Andrea Abodi.
In quella circostanza il ministro dello sport aveva suggerito l’istituzione di una fondazione, sul modello di quella che si prende cura del Central Park di New York.
La proposta non ha mai fatto breccia in Campidoglio.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 13 ottobre 2025 sul sito online “Roma Today”)


Per Villa Borghese un curatore dovrebbe esserci: Responsabile (Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione)
Giorgia Piloni – 06671072773 – giorgia.piloni@comune.roma.it ed esiste anche, a scorrere le pagine del DTA, un Ufficio Servizio Giardini di Villa Borghese affidato a: Responsabile (Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione) Giovanni Mercuri – 068845007 – giovanni.mercuri@comune.roma.it
Per Villa Borghese un curatore dovrebbe esserci: Responsabile (Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione) Giorgia Piloni – 06671072773 – giorgia.piloni@comune.roma.it ed esiste anche, a scorrere le pagine del DTA, un Ufficio Servizio Giardini di Villa Borghese affidato a: Responsabile (Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione) Giovanni Mercuri – 068845007 – giovanni.mercuri@comune.roma.it