Sistema dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC): Direttiva “Habitat”
La Direttiva 92/43/CEE denominata “Habitat” ha previsto che nei 3 anni successivi alla sua entrata in vigore gli Stati membri provvedessero alla individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), intesi come aree che aiutano a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale (di cui all’allegato I della Direttiva) o una specie della flora e della fauna selvatiche (di cui all’allegato II della Direttiva) in uno stato di conservazione soddisfacente e che contribuiscono, quindi, al mantenimento della biodiversità nelle regioni biogeografiche di appartenenza.
I criteri di selezione dei siti sono stati indicati nell’allegato II della Direttiva.
I Siti di Importanza Comunitaria, che sono attualmente proposti alla Commissione Europea (pSIC) fanno parte della Rete Ecologica Europea denominata “Natura 2000”: alla fine dell’iter istitutivo saranno designati come “Zone Speciali di Conservazione” (ZSC).
In attuazione della Direttiva “Habitat”, l’Italia ha realizzato nel 1995/96 il progetto Life “Bioitaly”, nell’ambito del quale sono stati individuati i Siti di Importanza Comunitaria da proporre come SIC.
Ritenendo che il D.P.R. n. 357 dell’8.9.1997, con cui è stato emanato il Regolamento di attuazione della Direttiva “Habitat”, non garantisse un corretto recepimento delle medesima Direttiva, il 4 aprile 2000 la Commissione delle Comunità Europee ha indirizzato alla Repubblica Italiana una lettera di diffida con cui le ha chiesto di presentare le sue osservazioni in proposito.
Con lettera del 27 giugno seguente il Governo Italiano ha trasmesso una nota del Ministero dell’Ambiente che dichiara di essere informato delle carenze rilevate dalla Commissione e di averne riscontrate altre, suscettibili di porre gravi problemi in fase di applicazione del Regolamento di attuazione, pur sostenendo che da un anno era stata avviata una consultazione con le Regioni per modificare il testo del D.P.R. n. 357/1997.
L’8 settembre 2000 il Governo Italiano ha trasmesso alla Commissione una nota del Ministero dell’Ambiente del precedente 29 agosto 2000, con cui si comunicava l’approvazione del progetto di Regolamento di modifica del D.P.R. n. 357/1997: non avendo ricevuto altre informazioni in merito alla adozione del suddetto Regolamento, il 25 luglio 2001 la Commissione ha inviato alla Repubblica Italiana un parere motivato con cui ha riproposto le censure esposte nelle lettere di diffida ed ha invitato l’Italia ad adottare i provvedimenti necessari per conformarsi a detto parere entro due mesi dalla sua notifica.
Non avendo ricevuto alcuna risposta dallo Stato Italiano entro il termine prescritto, La Commissione ha deciso di proporre ricorso, depositato il 17 aprile 2002.
Con sentenza del 20 marzo 2003 della 3° Sezione della Corte di Giustizia Europea l’Italia è stata condannata perché nel recepimento della Direttiva “Habitat” è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza degli articoli 5, 6 e 7 della stessa Direttiva.
In particolare, secondo la sentenza di condanna, la normativa italiana di recepimento:
- esclude dall’ambito di applicazione delle norme relative alla valutazione dell’incidenza sull’ambiente i progetti suscettibili di avere significative incidenze sui siti di importanza comunitaria, diversi da quelli indicati nella normativa italiana di recepimento delle direttive sulla valutazione di impatto ambientale;
- non prevede l’applicabilità alle zone di protezione speciale dell’obbligo, per le autorità competenti dello Stato membro, di adottare le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie;
- non prevede l’applicabilità delle misure di conservazione di cui all’articolo 6, n. 2, di tale Direttiva ai siti con habitat naturali prioritari.
Va rilevato che 8 giorni prima della sentenza di condanna è stato emanato il D.P.R. n. 120 del 12 marzo 2003 con cui è stato emanato il Regolamento di modifiche ed integrazioni al D.P.R. n. 357/1997.
Ad oggi sono state comunque individuati in tutta Italia 2.330 proposti Siti di Importanza Comunitaria, di cui 284 coincidenti con le Zone di Protezione Speciale.
Direttiva “Habitat”: sistema dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) della Regione Lazio
Con deliberazione della Giunta Regionale n. 2146 del 19 marzo 1996 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione del 29 giugno 1996 n. 18, parte prima) la Regione Lazio ha approvato la lista dei siti con valori di importanza comunitaria del Lazio ai fini dell’inserimento nella rete ecologica europea “Natura 2000”.
Con Decreto Ministeriale del 3 aprile 2000 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 del 22 aprile 2000) il Ministero dell’Ambiente ha provveduto alla pubblicazione di un “Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE” dal quale per il Lazio risultano complessivamente 183 proposti SIC (elencati nell’allegato B al decreto).