Con il Decreto Legislativo n. 185 del 21 aprile 2000 sono stati riconosciuti “Incentivi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego“ dettando disposizione dirette ad “agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile” ed a “promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi”: l’art. 5 dispone che “possono essere ammesse ai benefici .. le società, ivi comprese le cooperative di produzione e lavoro …. composte esclusivamente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ovvero composte prevalentemente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 29 anni che abbiano la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione, che presentino progetti per l’avvio di nuove iniziative“ anche nel settore agricolo.
“Al fine di favorire il ricambio generazionale e lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile anche attraverso interventi di ricomposizione fondiaria”, l’art. 4-quinques della Legge n. 102 del 3 agosto 2009 consente l’ “Affitto di beni agricoli di proprietà dello Stato e degli enti pubblici” anche ai giovani agricoltori così come sopra definiti, che possono accedere in tal modo ai benefici fiscali del D.Lgs. n. 195/2000.
Con l’art. 7 della Legge n. 183 del 12 novembre 2011 (legge di stabilità 2012) sono state dettate anche delle “Disposizioni in materia di dismissioni di terreni agricoli” che hanno impegnato il Ministero delle Politiche Agricole ad emanare entro 3 mesi uno o più decreti di natura non regolamentare i terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola (non utilizzabili per altre finalità) da alienare, con diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli (così come definiti ai sensi del D.Lgs. n. 185/2000).
Il 4° comma dell’art. 7 dispone che “le Regioni, le Province, i Comuni possono vendere, … , i beni di loro proprietà aventi destinazione agricola”.
Nel merito sono emersi immediatamente problemi legati alle modalità di esecuzione delle disposizioni (con il rischio di mancato raggiungimento delle finalità della norma) nonché il rischio di speculazioni legato alla durata troppo breve del vincolo di destinazione d’uso.
Pertanto con l’art. 66 del Decreto Legge n. 1 del 24 gennaio 2012 è stato abrogato l’art. 7 della legge n. 183/2011 che è stato sostituito introducendo un vincolo di destinazione ad uso agricolo ventennale ed efficaci modalità di attuazione.
Alle operazioni di dismissione sono state estese le agevolazioni fiscali e le misure disposte dal D.Lgs. n. 185/2000 in favore della nuova imprenditorialità in agricoltura, comprese anche le ipotesi di affitto.
Nel frattempo dal 2011 si è costituita la Cooperativa Romana Giovani Agricoltori (Co.r.ag.gio) che è una società agricola che unisce giovani provenienti dalle più disparate discipline con in comune la passione per l’agricoltura, la natura e il lavoro all’aria aperta: al momento il gruppo è composto da cuochi, architetti, braccianti, agricoltori e pedagoghi.
Assieme all’associazione ambientalista “Terra!Onlus” ed al “Coordinamento Romano per l’Accesso alla Terra” offrono la possibilità di sviluppare eventi nello spazio pubblico come feste, cucina biologica estemporanea e manifestazioni, nonché di ideare e realizzare progetti di microarchitettura in legno o terra cruda come forni, pergolati, arredi per esterni e di effettuare sistemazioni del verde o potature.
La Co.r.ag.gio è inoltre attiva nella tutela del verde agricolo e nelle politiche di ricambio generazionale in agricoltura: dal 2012 lavora ad una vertenza per la salvaguardia dell’Agro Romano, per l’assegnazione tramite bando pubblico dei terreni agricoli in disuso entro i confini del Comune di Roma e cerca di diffondere la tutela del paesaggio agricolo e le pratiche dell’agricoltura sociale.
La vertenza intende sottoporre all’attenzione delle istituzioni il problema dell’adeguata utilizzazione delle aree di proprietà pubblica a vocazione agricola presenti nel territorio della Capitale, siano esse già patrimonio pubblico o pervenute alla disponibilità delle Amministrazioni pubbliche per effetto di cessioni o compensazioni urbanistiche, ma anche delle IPAB o altri enti, e per il trasferimento di proprietà demaniali o per effetto della confisca di immobili alle organizzazioni criminali: questi terreni dovrebbero essere utilizzati e al contempo salvaguardati, per produrre in maniera integrata beni privati e beni pubblici
A Roma da troppi anni intere aree verdi e agricole sono abbandonate al degrado e all’incuria, oggetto di scambi e compensazioni urbanistiche che hanno come unico risultato l’abbandono: una di queste è Borghetto San Carlo in Via Cassia 1450, un’area del Comune di Roma con 22 ettari di pregiato territorio agricolo e un casale dei primi del novecento, ma che da allora versa in stato di totale abbandono.
Borghetto San Carlo
Per questo la società agricola Co.r.ag.gio. , l’associazione ambientalista “Terra!Onlus” ed il “Coordinamento Romano per l’Accesso alla Terra” con un Volantino diffuso il 12 maggio 2013 hanno promosso un presidio davanti ai cancelli d’ingresso a Borghetto San Carlo ed hanno poi promosso una raccolta firme che hanno e consegnato al neo sindaco Ignazio Marino chiedendo che Borghetto San Carlo venga destinato ad attività di interesse pubblico.
A tal riguardo va fatto presente che quarantaquattromila nel Lazio e più di mille solo a Roma sono i numeri dei nuovi imprenditori agricoli, quelli che alla soglia dei trentasette anni dirigono le loro aziende: abbastanza giovani da rappresentare un’anomalia che è stata salutata con entusiasmo dalle categorie di settore.
Ma il ricambio generazionale nelle campagne romane è ancora tutto da costruire, come dimostra l’ultimo censimento Istat (2010) che non può tenere conto dei “giovanissimi”, aspiranti contadini senza eredità e credito: a questi, invece, si erano rivolti in campagna elettorale gli amministratori locali, promettendo di mettere a bando le terre pubbliche nei primi cento giorni di governo.
Subito dopo l’insediamento del Presidente Nucola Zingaretti al governo della Regione Lazio, in attuazione dell’art. 66 del D.L. n. 1/2012 è stata presentata la Proposta di legge n. 21 del 22 aprile 2013 a firma dei consiglieri Marta Bonafoni (Per il Lazio), Gino De Paolis (SEL), Rosa Giancola (Per il Lazio), Riccardo Valentini (Per il Lazio), Daniele Bianchi (Per il Lazio), Cristiana Avenali (Per il Lazio) ed Enrico Panunzi (PD) che detta delle “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura e contrastare l’abbandono e il consumo dei suoli agricoli”.
Marta Bonafoni
Propone fra l’altro che l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio (ARSIAL) individui ”l’elenco annuale dei terreni agricoli e a vocazione agricola, di proprietà della Regione Lazio e degli enti controllati, idonei per la cessione in locazione a giovani agricoltori”
Il 9 gennaio del 2014 il Commissario Straordinario dell’ARSIAL Antonio Rosati ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Abbiamo completato la ricognizione delle terre insieme all’assessorato regionale; non è emerso un patrimonio immenso nella disponibilità dell’Arsial, ma parliamo comunque di oltre 300 ettari. Lunedì incontreremo il Coordinamento romano per l’Accesso alla Terra per una riunione tecnica e dopo qualche giorno, probabilmente mercoledì, saremo in grado di pubblicare la prima manifestazione di interessi a cui seguirà il bando con le agevolazioni pensate proprio per i giovani”.
Antonio Rosati
Secondo le prime indiscrezioni sarebbero 8 e aree individuate: in provincia di Roma, a Cerveteri, Viterbo, Nazzano, Magliano Romano, Montalto di Castro, Tarquinia e Proceno.
Il 29 gennaio 2014 è stata approvata la delibera della Giunta Capitolina riguardante “Indirizzi per la realizzazione di interventi rivolti alla utilizzazione di quota parte del patrimonio di terreni di proprietà di Roma Capitale per promuovere lo sviluppo di nuove aziende agricole multifunzionali. Progetto ‘Roma, Città da Coltivare’”, che costituisce la prima attuazione da parte di un Ente Locale, su scala nazionale, delle disposizioni contenute nell’art.66 del D.Ll n.1 del 2012, con il quale sono stati definiti gli indirizzi per l’assegnazione a giovani imprenditori agricoli, di età inferiore a 40 anni, dei terreni pubblici a vocazione agricola attualmente dismessi.
Giunta Capitolina
Il provvedimento porta le firme dell’assessore al Patrimonio, Luigi Nieri, e dell’assessore all’Ambiente con delega all’agroalimentare, Estella Marino: gli stessi che dai primi mesi di insediamento, in diversi tavoli partecipati ed eventi pubblici, hanno avuto modo di ascoltare e recepire le richieste delle cooperative, delle sigle di categoria e delle associazioni per l’accesso alla terra.
“Era un impegno preso da questa amministrazione in campagna elettorale per un lavoro interessante e complesso – ha spiegato Luigi Nieri, Vicesindaco e Assessore al Patrimonio di Roma Capitale: “una delibera fortemente attesa anche dalla maggioranza. Il prossimo passo sarà la delibera sugli orti urbani”.
Luigi Nieri
“È la prima delibera con la quale si valorizza il patrimonio comunale e lo facciamo su un settore ritenuto da noi strategico come quello dell’agricoltura – ha sottolineato Nieri – finalmente, quindi, possiamo dire che non si parla di agro romano legato al cemento e, inoltre, si crea occupazione su un terreno di grande interesse per la nostra città. La delibera prevede l’affitto alle cooperative di giovani agricoltori puntando sulla qualità: dalla filiera corta, al chilometro zero, all’agricoltura biologica“.
Il Progetto strategico del Comune denominato “Roma, Città da Coltivare” è però più ampio: si tratta di un piano di recupero produttivo dell’agro romano “che potrà essere implementato con successivi interventi dell’amministrazione” – si spiega in una nota – e si pone come obiettivo anche la “diffusione della cultura e delle pratiche agricole nella cittadinanza”.
“Con l’approvazione di questa delibera otteniamo il duplice scopo di valorizzare il nostro patrimonio e di creare lavoro. Assegneremo, infatti, una parte del patrimonio di terreni nella disponibilità di Roma Capitale, attualmente dismesso o sottoutilizzato, per aprire prospettive occupazionali innovative nel settore dell’agricoltura, in particolare per i giovani imprenditori, e per sviluppare nuove forme di gestione delle aree agricole, con l’integrazione nell’attività produttiva dei servizi multifunzionali che l’agricoltura urbana è in grado di offrire ai cittadini”, ha dichiarato Luigi Nieri: “Si tratta di una delibera quadro che stabilisce i criteri di assegnazione delle ‘terre pubbliche’, a cui seguirà l’emanazione di diversi bandi, via via che si renderanno disponibili le aree da assegnare. Le prime aree sono state già individuate e faranno parte del primo bando, che sarà emanato a breve. Roma Capitale si propone così come modello di riferimento per le iniziative locali rivolte ad invertire il processo di consumo e abbandono del terreno coltivabile e per la promozione, in una nuova dimensione, dell’agricoltura urbana”.
“Con la delibera approvata oggi e in generale col progetto “Roma città da coltivare” – ha spiegato l’Assessore all’Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti di Roma Capitale Estella Marino – “si vuole dare un nuovo impulso a questo importante settore che, nella nostra città, sta registrando una crescita esponenziale. In base ai dati del Censimento del 2010, infatti, in dieci anni a Roma si è registrata una crescita del 16,8% di superficie agricola utilizzata con 43.271,39 ettari e un incremento del 40,3% delle aziende agricole, con un totale di 2.656 unità. L’assegnazione, l’utilizzo e la riqualificazione di aree ed edifici rurali a nuove realtà imprenditoriali vuole essere non solo una risposta concreta alla crescente domanda occupazionale, soprattutto giovanile, ma anche un importante passo in avanti nel percorso già in atto di recupero produttivo e paesaggistico dell’Agro Romano. Con questa delibera ci proponiamo inoltre di dare una risposta alla grande domanda legata alla qualità dei prodotti e alla loro provenienza, con particolare attenzione alle coltivazioni biologiche, alla promozione della biodiversità e alla promozione delle attività di filiera corta e, in generale, alla diffusione di una cultura legata alla commercializzazione cosiddetta a Km zero”.
Estella Marino
Il provvedimento prevede che sia conferito al Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione, d’intesa con il Dipartimento Tutela Ambientale, il mandato di individuare, nella disponibilità patrimoniale di Roma Capitale “aree ed edifici rurali da destinare al recupero produttivo agricolo e paesaggistico dell’Agro Romano”.
La selezione degli immobili da destinare a questo scopo avverrà in primo luogo nell’ambito delle aree pervenute da cessioni e compensazioni urbanistiche e dei beni recentemente attribuiti dal Demanio dello Stato con la procedura di “federalismo demaniale” (Decreto Legislativo n. 85 del 28 maggio 2010).
La delibera conferisce, inoltre, il mandato agli stessi Dipartimenti di Roma Capitale di procedere all’assegnazione delle aree e degli immobili rurali selezionati con bandi pubblici che dovranno rispondere alle seguenti direttive:
A. prevedere la partecipazione, quali soggetti ammessi a concorrere, di imprenditori agricoli professionali, destinando a vantaggio dei giovani di età inferiore a 40 anni che intendano avviare l’attività imprenditoriale una quota superiore alla metà dei beni medesimi;
B. la possibilità per i soggetti imprenditoriali al primo insediamento di avvalersi, a supporto della propria candidatura, di un accordo di partenariato con soggetti professionali già operanti in campo agricolo;
C. l’aggiudicazione sulla base della migliore offerta tecnica, valutata sulla base del piano di sviluppo aziendale e del relativo programma di investimenti, nonché in base alla sussistenza nel piano stesso di attività agricole multifunzionali, del metodo di coltivazione biologico, di orientamenti colturali rivolti alla promozione della biodiversità, di attività rivolte allo sviluppo delle energie rinnovabili e al risparmio energetico, dell’entità di nuovi occupati previsti, anche in relazione all’impegno di persone socialmente svantaggiate.
D. l’affitto degli immobili con contratto agrario, ai sensi della legge 3 maggio 1982, n.203;
E. interventi rivolti a promuovere le attività di filiera corta, facilitando il contatto diretto fra gli imprenditori assegnatari e i consumatori romani.
Le prime aree che andranno a bando sono quattro “e man mano ne saranno altre che stiamo valutando – ha precisato Nieri – sono particolarmente soddisfatto del lavoro“.
“Un ulteriore passo avanti dell’amministrazione per la rigenerazione ecologica della città – ha dichiarato il capogruppo SEL in Campidoglio, Gianluca Peciola – questa Delibera, oltre alla possibilità di creare lavoro e reddito per i giovani agricoltori, rappresenta porta un importante messaggio politico e simbolico. Con questo atto la terra pubblica diventa occasione di valorizzazione ambientale e agricola sottraendola agli usi speculativi. Quello di oggi è un grande risultato del vicesindaco Nieri, dell’assessore all’Ambiente Marino e soprattutto del movimento che ha raccolto migliaia di firme a sostegno della delibera per l’assegnazione ai giovani agricoltori delle terre pubbliche”.
Gianluca Peciola
Secondo il capogruppo PD, Francesco D’Ausilio, la delibera “va nella giusta direzione” e “gli indirizzi che contiene devono consentire all’Amministrazione di sistematizzare il censimento delle aree di proprietà del Comune“.
Francesco D’Ausilio
“Dopo anni di sole chiacchiere da parte dei governi nazionali, finalmente un passo concreto grazie alla delibera approvata oggi dalla Giunta capitolina. La possibilità di affittare terreni pubblici in disuso ai giovani agricoltori apre prospettive innovative di occupazione, consente di avviare produzioni di qualità a filiera corta e prefigura nuovi servizi multifunzionali per i cittadini.”
È stato questo il commento di Loredana De Petris, senatrice di SEL e capogruppo del Misto a Palazzo Madama, alla delibera approvata dalla Giunta di Roma Capitale.
Loredana de Petris
“Sono trascorsi ormai due anni – ha proseguito la senatrice – dal decreto legge approvato dal Governo Monti che consentiva l’assegnazione ai giovani agricoltori, ma non un solo metro quadro di terreno è uscito ad oggi dai cassetti dell’Agenzia del Demanio. Ci auguriamo che l’intervento efficace di Roma Capitale riesca ora a sbloccare l’iniziativa di altri Comuni e delle Regioni che detengono gran parte dei terreni di proprietà pubblica a vocazione agricola.”
“Per Roma Capitale – ha concluso l’esponente di SEL – è un segnale decisivo di inversione di tendenza per porre termine alla devastazione edilizia e ricominciare a discutere di sviluppo sostenibile“.